storia 2 - Comune di Cetara
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Storia
Le tonnare partivano dal litorale e si spingevano ad ovest e ad est, formando un quadro cubico con vari scompartimenti. Questo ''labirinto'' aveva una sola apertura, detta porta, dalla quale entrava il pesce. Dal mare i cetaresi estraevano anche grandi quantità di acciughe e sarde che salavano nei barili insieme a varie lische di pesce.
I pescatori di Cetara, come tutti quelli della riviera di Amalfi, applicarono nelle loro attività il capitolo sulla ripartizione degli utili menzionato nella raccolta di leggi marittime meglio nota come Tabula de Amalpha. Si tratta del patto ''a mezzo guadagno'' o ''alla parte'' che prevedeva la divisione degli utili derivati dalla pesca e dalla conseguente vendita del pescato in tre parti, di cui una spettava al proprietario della barca, un'altra al capopescatore e la terza alla ciurma.
Al tempo dell'infeudazione del ducato Cetara rimane ''terra libera''; in quegli anni i cetaresi contribuirono validamente alla liberazione di Federico, secondogenito del re di Napoli, tenuto prigioniero a Salerno.
In quell'epoca purtroppo le coste amalfitane erano infestate dai corsari turchi. Nel maggio del 1534 la flotta di Sinan Pascià saccheggiò dapprima i villaggi di Erchie e Soverano e poi attaccò Cetara, prelevando trecento abitanti come schiavi e sgozzandone molti altri. Ma dieci anni dopo, una terribile tempesta sbaragliò le navi di Kheir-Eddin, detto il Barbarossa .
A seguito della nascita della Repubblica Partenopea nel 1799, la flotta francese che appoggiava i giacobini napoletani, dopo aver risparmiato Amalfi da un poderoso cannoneggiamento in cambio di una forte somma di denaro, iniziò la costruzione di un fortino a Conca dei Marini. Alcune feluche repubblicane, nascoste nell'insenatura naturale di quelle acque, sorvegliavano i lavori. Ad un certo punto, però, da Fonti partirono lance e sciambecchi armati con marinai inglesi e cetaresi, allo scopo di impadronirsi di dette feluche. Dopo un primo attacco respinto, gli inglesi e i cetaresi rovesciarono il fortino francese di Conca dei Marini.
Delle antiche flotte costiere oggi non vi è che il ricordo; solo quella di Cetara continua a solcare i flutti del Mediterraneo occidentale. Soltanto il 1° gennaio del 1834, dopo secoli di liti e contese, Cetara fu elevata a comune con amministrazione indipendente e separata da Vietri. Un primo tentativo dei cetaresi, per la costituzione di un comune separato da Cava, era avvenuto secoli addietro, nel 1486: con delibera dell'Università di Cava, però, nella seduta quell'istanza fu respinta.
Con l'installazione del comune i cetaresi si sentirono appagati nella loro secolare aspirazione ad essere amministrativamente autonomi.
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